Fin da piccola, cresciuta fra grossi rotoli di carta spessa gialla che coprivano il grande tavolo della sala: i progetti di Leonardo da Vinci che mio padre doveva realizzare per il Museo della Scienza e della Tecnica.
Affascinata dai libri, dal teatro, dalla danza, vivevo con una penna in mano per fissare su carta ciò che vedevo, ciò che percepivo guardando, studiando il mio prossimo con uno sguardo "oltre" le apparenze, "dentro" il personaggio, ecco, il personaggio.
Un hobby un po' scomodo, da tenere nascosto per quieto vivere.
D'altra parte io non so scrivere di povere mamme morte, d'amori traditi, di gabbiani sul mare e altre dolcezze del genere.
Scrivo quello che "vedo", che "sento". Che mi raccontano i miei "personaggi", che troverete in ogni mia poesia, racconto, testo teatrale.
Veri, sanguigni, talvolta spiazzanti. Panteistici, talvolta sofferti.
E' gratificante realizzare che questo linguaggio arriva al cuore della gente, sia come lettori che spettatori.
Lo dimostrano le coppe, i trofei, i premi ricevuti.
Last but not least il premio Carlo Terron di Sipario.